GIN TONIC
Il viaggio alla scoperta dei cocktail a base di Gin più famosi parte proprio dal Gin Tonic. Nell’Ottocento, il principale rimedio conosciuto per combattere la malaria era il chinino, pianta terapeutica di origine sudamericana e ingrediente base dell’acqua tonica (scoperta nel 1783). I coloni britannici presenti in India, però, si lamentavano del sapore amaro del chinino. Zucchero e limone non bastavano a renderlo più gradevole al palato e, così, decisero di aggiungerci il Gin. In questo modo ebbe origine il primo long drink oggi conosciuto in tutto il mondo come Gin Tonic.
La ricetta del Gin Tonic:
4 cl di Bath Gin
10 cl di acqua tonica
1 fetta di limone
La preparazione del Gin Tonic:
La preparazione base del Gin Tonic è semplice e intuitiva: basta mettere del ghiaccio in un bicchiere, versare il gin, colmare con acqua tonica e guarnire con una fetta di limone.
GIN FIZZ
La sua origine risale al diciottesimo secolo. Già all’epoca, i marinai inglesi erano abituati a bere il Gin col limone e l’ammiraglio Nelson consigliava la bevanda per prevenire lo scorbuto sulle navi (la malattia era dovuta alla mancanza di Vitamina C). Una volta congedati, poi, i marinai aggiunsero la soda alla ricetta, dando così origine al Gin Fizz (dove “fizz”, non a caso, sta per frizzante).
La ricetta del Gin Fizz:
4.5 cl di Bath Gin
8 cl di soda
1 cl di sciroppo di zucchero (far bollire in pari proporzioni acqua e zucchero e fare raffreddare).
3 cl di succo di limone
La preparazione del Gin Fizz:
Per preparare un buon Gin Fizz bisogna agitare tutti gli ingredienti col ghiaccio, ad eccezione della soda. Poi, si deve versare il contenuto nel bicchiere e colmarlo con la soda, guarnendo infine col limone.
NEGRONI
Il grande classico italiano non è difficile da preparare e soddisfa tutti i palati che amano i gusti amari.
1 parte vermouth dolce
1 parte Campari
1 parte bATH gIN
Versare gli ingredienti in un bicchiere pieno di ghiaccio e mescolare. Il tocco di classe è spremere l’olio contenuto nella buccia d’arancia nel drink e poi usare la scorza come guarnizione.
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